mercoledì 15 febbraio 2012

Arrabbiarsi e amarsi un po’: “i summerini” alla ricerca di un nuovo modo di fare economia

“Noi dovremmo interessarci del FIL e non del PIL” così hanno esordito i ragazzi della scuola di Economia Civile,  svoltasi in questi giorni all’oasi Santa Maria a Cassano Murge (Ba) e che ha visto una serie di  incontri – confronti fra docenti, studenti della scuola e imprenditori provenienti da ogni parte d’Italia. E FIL sta per felicità interna lorda e non per prodotto interno lordo. Pensiero che va oltre la filosofia del vile denaro. È un concetto che ha ben presente i diritti inalienabili dell’uomo che non sono solo il diritto alla proprietà ma alla felicità, che è il benessere totale della persona. Principio contemplato nel quarto articolo della Costituzione francese del 1793, purtroppo disatteso come quello della Fraternitè. Come cambiare? C’è qualcosa che ognuno di noi può fare nel quotidiano, nell’ambiente di lavoro, tra le mura domestiche. Ed è quello di pensare allo “sviluppo” in relazione con gli altri, tenendo a cuore il bene degli altri. Perché anche pensare per il bene comune genera, oltre che lavoro, felicità.  La Winter e Summer school di economia civile raccontano storie di giovani che si ostinano a pensare che la strada da percorrere  sia  arrabbiarsi e amarsi un po’, come la famosa canzone di Battisti, indignarsi e cambiare. A prima vista quella ostinazione può sembrare puro idealismo. E invece no. Sono ragazzi che cercano di mettere sul tavolo dell’innovazione valori come l’amicizia, la fratellanza, l’altruismo. E lo fanno, come è tipico dei ventenni un po’ con rabbia e un po’ con amore. Lo fanno con due anime, una più forte dell’altra: quella razionale e quella relazionale. Per fare la rivoluzione non si può essere vere signore, in attesa davanti ad una tazza di caffè come un dipinto di Pietro Marussig. Un po’ di rabbia ci vuole. Pensano questi ragazzi di restare a Sud e cambiare dal di dentro, costruendo una possibilità di futuro nella propria Terra, riscoprendone valori sottovalutati. Cercano di creare incontri culturali per far rivivere nei paesi dimenticati del Sud folklore, artigianato e centro storico. Pensano col “noi” lasciando un po’ da parte il “tu” per costruire una economia nuova, che punti sulla ricchezza del creato anziché su quella della finanza. Si impegnano fortemente per poter passare da una economia di speculatori ad una economia di imprenditori capaci di investire sul lavoro reale, sulla qualità e tutela del lavoratori e sulla loro formazione in progress. E non sull’usa e getta. Molto incisiva risulta essere a questo proposito la considerazione su questi temi del docente Alberto Frassineti il quale ha affermato che: “un imprenditore che fa bene impresa è un grande attore del bene comune”. I corsisti hanno poi cercato di proporre progetti innovativi legati ai valori dell’economia civile. Per scongiurare il rischio di essere considerati dei visionari, i ragazzi hanno motivato le loro scelte ed hanno incluso anche a livello pratico il da farsi riguardo la fattibilità dei piani di lavoro. Anche se bisogna dire che “l’essere visionari” può essere una ricchezza, può portare a soluzioni originali, innovative. Significa ad esempio offrire quel “that” prima del bisogno, come ha fatto il grande informatico visionario Steve Jobs. I ragazzi della Winter e Summer school si sono creati una mission da seguire, come se fosse una vera e propria Costituzione: creare imprese ben salde, quelle che non bruciano tutto per poi fuggire a caccia di un altro posto da sfruttare. E continuare a incontrarsi per sognare, anzi per progettare un mondo migliore utilizzando la scuola, le serate culturali, i nuovi mezzi di comunicazione, senza disdegnare vecchi strumenti come la posta con lettera e francobollo. Chiaramente la lettera scritta su carta rigorosamente riciclata. Parola di summerini!  

Elena Manigrasso

4 commenti:

  1. grazie prof. che bello avere il tuo incoraggiamento dalla "grande mela"!ti facciamo un forte in bocca al lupo per tutte le belle attività che porti avanti! elena manigrasso

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  2. Complimenti Elena, sei una potenza! Volevo condividere con voi una frase di Luigi che mi ha colpito molto: l'Italia ha smesso di crescere quando è prevalsa la logica del piagnisteo, della ricerca e del mantenimento di rendite e di posizioni; sta a noi smettere di piangere, rimboccarci le maniche e andare...... Alessandra

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  3. giusto alessandra, dobbiamo rimboccarci le maniche e andare Avanti!.. indignarsi e cambiare...e anche emozionarsi nel farlo. grazie per le tue belle parole elena manigrasso

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