mercoledì 14 settembre 2011

Democrazia, Economia, Beni comuni. La II edizione della Summer School di Ostuni - di Elena Manigrasso pubblicato su Galatina 2000

http://www.galatina2000.it/Cultura/trinita-perfetta-democrazia-economia-beni-comuni-la-summer-school-approda-per-la-seconda-edizione-ad-ostuni.html


“Le imprese come contenitori di flutti di finanza sono ormai alla frutta”. Così ha esordito in questi giorni nella lezione tenuta alla Summer School di Economia Civile organizzata dal centro di cultura “Lazzati” di Taranto, Johnny Dotti, presidente del “Welfare Italia S.r.l.” e della fondazione “Solidarete”; questo per dare subito il ritmo giusto all’intervento ricco di affermazioni, dubbi, provocazioni e possibili risposte sul tema legato alla imprenditoria di comunità e le eventuali, o difficili, innovazioni. Quelle imprese che invece hanno alle spalle una storia solida, ha continuato il professore, fatta soprattutto di uomini e relazioni umane, sono rimaste in piedi. L’ azienda che vede la luce solo per fare speculazione demotiva le nuove generazioni, ne strappa loro i sogni, li rende impossibilitati a immaginarsi un futuro migliore. Una docente universitaria presente come corsista, ha affermato che i ragazzi in effetti risultano demotivati, l’unica loro preoccupazione scolastica è il voto alto, non come risultato del loro impegno e della loro crescita umana e culturale ma come “collocazione” in una qualche graduatoria che porti al posto fisso. Un voto scollato così dal contesto che li circonda, da spendere solo per una sistemazione personale. Essere per se stessi: anche questa è avarizia.

Il professor Dotti ha preso visione di questa triste realtà dichiarando che il “posto fisso” è stato per anni l’unico sogno possibile a Sud, ha incitato i giovani a guardarsi intorno, a osservare i futuribili bacini di ricchezza nel proprio territorio: ci sono tanti modi e tante opportunità per lavorare. Dotti  ha centrato l’attenzione sulla possibilità di fare impresa nel Sud attraverso, ad esempio, le energie rinnovabili; i pannelli solari da porre su abitazioni o terreni poco produttivi possono essere un buon investimento per il Meridione. Una corsista (chi scrive) ha affermato che gli incentivi per i fotovoltaici in Puglia hanno creato devastazione del territorio, depauperandolo di vigne e alberi per fare posto ai pannelli solari. È una grande ferita vedere le proprie terre, ha continuato la corsista,  ricche di humus, occupate da impianti colossali. Non si dovrebbe permettere questo. Solo terre improduttive dovrebbero accogliere il fotovoltaico: “più vigne e meno pannelli” potrebbe essere uno slogan adeguato. Un ragazzo della terra di Brindisi ha dichiarato che purtroppo la vigna nella nostra regione non è più valorizzata, non si riesce a vivere con essa; il brindisino fino a qualche anno fa era territorio rinomato anche per i carciofi, oggi i carciofeti non ci sono più. Spariti. I contadini erano ridotti alla fame e non hanno avuto altra possibilità che spiantare. E darsi al fotovoltaico come unica scelta per sopravvivere. Ma così non è più una scelta. Un pezzo di storia dell’economia e dell’uomo del Sud che si chiude; anche i carciofi, guerrieri nelle loro fattezze, sono caduti con le leggi spietate del mercato. Tradizione e innovazione potrebbero invece andare d’accordo se non si perdono di vista tre punti fondamentali: democrazia, economia, beni comuni. Questa è la trinità intorno alla quale dovrebbe gravitare, in uno splendido giro di rivoluzione, il nostro sistema-mondo. I lavori delle cinque giornate di studio della Summer School sono state coordinate dal professor Luigino Bruni, docente della università “Bicocca” di Milano. Il professore è sembrato speranzoso sulla possibilità di un cambiamento di paradigma in campo economico, se però saremo capaci di  far ruotare tutto intorno a tre pilastri: pensiero, vita e azione.  Il pensiero di una economia fatta di relazioni fraterne deve diventare vita attraverso l’azione, la fondazione di imprese a misura d’uomo. Bisogna rompere con una economia bulimica che tutto fagocita e tutto crea secondo le esigenze del profitto, a scapito dell’uomo come essere completo fatto di individualità e socialità, di bisogni individuali e di rapporti sociali. Necessario appare oggi ritrovare una sopita solidarietà, elemento invece caratterizzante le società umane, come meccanismo di aggregazione e di conservazione della specie. 
"Signori, il tempo della vita è breve..  Se viviamo, viviamo per calpestare i re” (W. Shakespeare – Enrico IV). 
Elena Manigrasso

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