L’Economia Civile come nuovo modello
di sviluppo economico per uscire dalla crisi
(Articolo originario integrale)
Conclusa la 3° edizione della Summer school Mediterranea
di Economia Civile a Casa San Paolo per 50 giovani corsisti.
Cinquanta giovani fra i 20 ed i 30 anni, un gruppo
di docenti di grande spessore scientifico, un luogo tranquillo dove apprendere
e mettersi in discussione. Tutto questo è la “Summer school di Economia civile”
giunta alla sua 3° edizione che si è svolta tra il 25 ed il 29 luglio, a Casa
San Paolo, a Martina Franca. Organizzata dal Centro di Cultura ‘Lazzati’ di
Taranto in collaborazione con ‘Economia di Comunione’, l’UCID di Puglia ed il
Comitato per l’imprenditorialità sociale della Camera di Commercio di Taranto,
è la straordinaria esperienza di
un cantiere aperto a giovani di diverse discipline che vogliono confrontarsi in
una rivisitazione interdisciplinare della teoria e dell'organizzazione
economica. L'Economia civile, fil rouge del corso, non è un progetto settoriale
ma un processo evolutivo della scienza economica che tende a far scomparire le
categorie profit-no profit. Sdoganando il no-profit e la categoria della
gratuità dalla marginalità concettuale, per inserirli a pieno titolo nella
categoria della produttività economica, si dimostra che progettualità, impegno
sociale e profitto non sono alternativi ma possono legarsi insieme.
Quest’anno il tema “Verso un
nuovo modello di Welfare civile. Beni comuni ed imprese di comunità” sposta
l’attenzione dai temi generali a quelli più propriamente aziendali e più
rispondenti ai bisogni della società.
Ne abbiamo parlato con il prof.
Domenico Maria Amalfitano, presidente del Centro ‘Lazzati’, ispiratore della
Summer School e profondo conoscitore delle nuove dinamiche del welfare.
Presidente
di quale modello di welfare parliamo?
“Veniamo da un lungo periodo in
cui il welfare si è sviluppato con una struttura assistenzialistica di tipo
statalistico, che ha imparato a convivere con il mercato attraverso forme
diverse. Un sistema troppo costoso per la situazione di crisi economica che
stiamo vivendo, il sistema di welfare deve cambiare pur mantenendo diritti ed
assistenza”.
Le
resistenze sono moltissime, come si può sopravvivere alla spending review?
“Dobbiamo pensare ad un welfare
innovativo che veda protagonista la società civile. Non più qualcosa che ci
viene dato, ma un sistema ripensato dal basso in relazione ai bisogni e ai
cambiamenti del Sistema Paese. Un welfare municipale in cui il bene comune è
qualcosa che muove non solo servizi ma relazioni fra soggetti. La persona torna
al centro come titolare di diritti , ma anche di doveri nei confronti della
società a cui appartiene, costruire esperienze di welfare di comunità è il
primo passo verso il cambiamento”.
Perché
all’interno del percorso della summer school è stata inserita una tavola
rotonda politico-istituzionale con rappresentanti di livello nazionale?
“Abbiamo pensato di arricchire il
percorso scientifico della Summer School con un incontro speciale con
parlamentari di diversi partiti politici, perché il tema del welfare non è un
tema del privato o del pubblico, è un tema che investe la società civile ed è
giusto che i giovani ascoltino le diverse posizioni su temi sensibili come la
sanità e l’ambiente. Per questo personaggi noti del mondo politico come Savino
Pezzotta, parlamentare UDC e Stefano Graziano del PD, si sono confrontati con
il prof. Luigino Bruni e con il presidente di Welfare Italia Johnny Dotti,
facendo chiarezza anche sulle difficoltà dell’attuale momento storico e sulle
possibili alternative di sviluppo.
Contento dei risultati ottenuti?
In questi cinque giorni di full
immersion ho visto giovani fortemente motivati, entusiasti del sistema
partecipativo della summer school. Hanno avuto modo di accostarsi ai temi
dell'Economia civile con un team di professori fortemente motivati, guidati da
Luigino Bruni docente di Economia Politica presso l'Università di Milano
Bicocca, un'occasione di crescita che ha ispirato forte interesse e che non si
esaurisce nel corso di una settimana. Proprio dall'esperienza della Summer
school sono nati e proseguono gli incontri seminariali invernali del progetto
di Accademia mediterranea di Economia civile. Mi piacerebbe che a tante
speranze seguissero proposte concrete da realizzare sul territorio, in fondo
questo corso è solo un ponte fra i iovani e la realtà del mondo economico.
“Da Nord a Sud è sempre Economia Civile”.
C’è chi vuole dividere l’Italia e chi invece vuole unirla con i valori forti di fraternitè ed egalitè
“Verso il
nuovo modello di welfare civile; beni comuni e imprese di comunità”. Questo il
tema della terza edizione della Summer School mediterranea di economia civile
2012 . Gli organizzatori si sono fatti portavoce delle aspettative dei 50
giovani da varie parti del mezzogiorno d’Italia (Puglia, Campania, Basilicata)
a “Casa San Paolo” di MARTINA FRANCA e
hanno ribadito: “Siamo qui per una ricerca di senso, per potenziare il nostro
territorio, per accompagnare questi giovani a riscoprire un nuovo modo di “fare
impresa civile” mettendo al centro l’uomo” e non solo il profitto.
Un ragazzo
si spinge a dire: “vorrei fare impresa con musica ed economia, è possibile?”.
Le lezioni del professor Luigino Bruni hanno cercato di dare la risposta
attraverso la ricerca del proprio “buon daimon”
che c’è in ognuno di noi , che esploderà in tutte le sue sfaccettature e ci
permetterà di capire che il “sogno” è possibile se non siamo soli, se arriviamo
a condividerlo con gli altri, se ci prendiamo a carico i bisogni degli altri e
ne facciamo ricchezza per tutti. Che la sola ricchezza economica (profitto) non
porta alla felicità. Quando gli studenti del corso hanno ascoltato la lezione del
professor Bruni, docente di economia
all’univ. Bicocca e all’univ. Sophia e direttore scientifico di questa scuola
mediterranea di economia civile su
“una nuova visione per la ripartenza economica” sono rimasti affascinati sia
dal tema che dal modo di fare lezione. Nazario ha detto: “non ho mai visto docenti universitari che durante le spiegazioni sono
saltati in avanti, cioè hanno lasciato la cattedra per venire incontro a noi.
Che fanno vita con i ragazzi … “ perché è così che i professori hanno
affrontato questi giorni, hanno mangiato e condiviso gli spazi con noi, Bruni,
Dotti, Ruffini, per citarne alcuni. E soprattutto ci hanno offerto il loro
tempo e la loro conoscenza. Una
ragazza in prima fila, durante la lezione di
Renato Ruffini, professore dell’Università LUICC di Castellanza, ha posto
l’attenzione sulla figura del manager e ha citato durante gli incontri di
gruppo le parole del prof: “ il manager è
quello che rende contento il dirigente e l’operaio. Assumere e possibilmente
tenere a lungo termine gli operai e non svenderli o venderli secondo le
speculazioni economiche, questa dovrebbe essere consuetudine e non caso
eccezionale. L’impresa non è la ricchezza per pochi, ma una relazione tra tanti”.
Da qui si deve partire per cambiare lo zoccolo duro di una società che fa
invece il contrario, dicono i corsisti all’unanimità.
Il dott. Vincenzo Mercinelli, coordinatore dell'Accademia Mediterranea
di Economia Civile, ha sollecitato i ragazzi a non fare della scuola un luogo
dove si enunciano solo teorie, invitandoli invece a renderle vive, realizzabili
nella realtà. Concetto che più volte ha preso piede durante le lezioni dei
docenti e durante la giornata finale di domenica, conclusasi con i saluti del
presidente del centro studi “G.L azzati” on. Domenico Maria Amalfitano.
Grande meraviglia e stupore ha destato anche la lezione del dott.
Johnny Dotty, presidente di Welfare Italia dice Arturo durante la pausa
pranzo,”uno che non va tanto per le
lunghe e mette subito in chiaro come fare economia, e come farla bene, per il
bene di sé e degli altri. La lezione
è stata una vera e propria gara di pugilato: ci ha messi tutti Ko. Ma questa è
la cosa bella di una lezione, uscire dall’aula un po’ storditi perché vuol dire
che ci ha colpiti!”
Ognuno dei docenti ha raccontato una storia ed è stato capace di fare
questo se i ragazzi ne sono rimasti affascinati. Una storia che non racconta
mondi o paesi delle meraviglie, ma un modo nuovo e concreto di fare economia
dove la responsabilità della
società si plasma nelle sue diverse espressioni (individui, famiglie,
non-profit, volontariato, imprese ecc.) attraverso uno scambio di relazioni
orientato al bene comune.
È una scuola
questa che unisce lo stesso pensiero da più parti d’Italia, ci dice il
professor Bruni che ha riportato i saluti da parte dei ragazzi della summer
school di economia civile di Trento a cui ha fatto lezione prima di arrivare a
Martina. “Salutateci i ragazzi di Taranto” ha detto uno studente del Nord. “Da
nord a sud è sempre Economia Civile”. C’è chi vuole dividere l’Italia e chi
invece vuole unirla con i valori forti di
fraternitè ed egalitè.
Nell’ambito
della Summer School di Economia Civile, riprendendo il tema della Scuola “Verso
un nuovo modello di Welfare Civile – Beni comuni e imprese di comunità”, venerdì 27 Luglio ha
avuto luogo la Tavola rotonda di
confronto politico istituzionale con
la partecipazione del direttore scientifico della scuola prof. Luigino Bruni e del dott.
Johnny Dotti, presidente di Welfare Italia e docente per il secondo anno
consecutivo della scuola stessa. All’incontro, che prevedeva la
partecipazione del Ministro della Salute prof.
avv. Renato Balduzzi e le rappresentanze parlamentari, hanno
partecipato in qualità di relatori l’on.
Savino Pezzotta
parlamentare dell'UDC, ex segretario della CISL e fondatore della “Rosa bianca
per l’italia” e l’on. Stefano Graziano parlamentare
del Partito Democratico e membro della Commissione Finanze e della Commissione
parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei
rifiuti. Al dibattito avrebbe anche dovuto prender parte l’on. Maurizio Lupi che ha dovuto rinunciare a causa di ulteriori impegni.
L’evento aveva lo scopo di arricchire il percorso scientifico
della Summer School con un incontro speciale con parlamentari di diversi
partiti politici, oltre ad essere un’occasione di grande rilievo per la
cittadinanza e le istituzioni localie ed è stato proprio il delicato tema dei
rapporti tra società civile, politica e sanità il fulcro di questo confronto,
aperto dall’intervento del prof. Luigino
Bruni, il quale ha preso ad esempio la difficile situazione tarantina
(specchio di quella nazionale) in cui si sta in questi giorni manifestando una
crisi profonda che mette in discussione il patto sociale, rischiando di
spostare il conflitto sociale all’interno della famiglia, in cui il lavoratore
sente di dover preservare il diritto al lavoro e al tempo stesso la propria
famiglia chiede il diritto alla salute. Il tema dei beni comuni ci porta a
riflettere sul concetto di ambiente come bene comune e di consumo comune dello
stesso, col rischio di ‘distruzione’ del bene comune. Bisogna ripensare la
finanza in un’ottica sociale e non più speculativa se si vuole percorrere la
strada della democrazia, ripartendo da una economia sostanziale e sociale che
riveda innanzitutto la figura dell’imprenditore nuovo, non più sfruttatore ma
lavoratore lui stesso, impegnato nella costruzione del ben-essere comune, con
motivazioni più alte del mero profitto e innovando processi e prodotti. Il
dott. Johnny Dotti ha portato fortemente l’attenzione sulla
necessità di far cambiare l’immaginario comune, affermando che per uscire
dall’attuale crisi del settore è necessario far nascere l’idea del nuovo
welfare, per sostituire all’idea ormai radicata del welfare ‘erogato’ come
fosse acqua che puoi prendere dal rubinetto, dal momento che l’hai pagata con
l’imposta come un diritto collettivo, che invece ha prodotto una dispersione
delle risorse pubbliche al punto che l’80% delle risorse regionali viene
risucchiato solo per servizi sanitari. La scommessa da vincere, dunque, non è
la corsa alla quantità, alla prestazione a tutti i costi e fine a se stessa,
bensì alla qualità, ovvero alla generatività di senso di cui riempire i legami
che si vanno a comporre. Le pungenti provocazioni sul ruolo della politica
hanno animato il dibattito, aprendo la strada all’intervento dell’on. Pezzotta, il quale ha sottolineato
fortemente e a più riprese la sua reale preoccupazione sul futuro del Paese,
affermando che in questo momento non possiamo far altro che limitare i danni,
chiedendo ai convenuti di essere realisti e affrontare le questioni con la
consapevolezza che la fase di crisi che stiamo attraversando impone un forte
senso di realtà prima dell’affermazione di ciò che si vuole realizzare. L’on. Graziano ha risposto alle
provocazioni affermando che è già in atto una
transizione dal welfare state al welfare civile, che non implica
l'abbandono della tutela dei diritti, ma un ruolo accresciuto della società
rispetto alla pubblica amministrazione con l’effetto positivo della riduzione
della pressione del sistema di welfare sulle finanze pubbliche e della creazione
di un tessuto sociale più esteso. Ma urge un welfare State che, fondandosi
sull’economia sociale, sulla cooperazione e sulla sussidiarietà, sia in grado
di compensare gli squilibri che si sono aggravati negli ultimi anni,
avvalorando il concetto di sussidiarietà.
Il messaggio del Ministro ai giovani della scuola
Il Ministro
della Salute prof avv. Renato Balduzzi,
non ha potuto partecipare a causa degli impegni che si sono protratti a Roma
per lo svolgimento del Consiglio dei Ministri, ma ha voluto far sentire la sua
presenza con una lettera: “… Sono lieto e
onorato di constatare come questo percorso formativo dia fondamento alla
speranza che le parole dono, gratuità, centralità della persona, possano
divenire fattore di competitività ed innovazione economica e che possano
guidare gli imprenditori di domani a creare un nuovo modello di sviluppo e di
impresa. Dobbiamo cogliere l’attuale contesto come opportunità per il
rinnovamento per costruire una civiltà solidale, per rinnovare nei servizi lo
spirito del dialogo che si radica nella abnegazione , nella capacità di ascolto
e nella presa in carico. Auspico pertanto per noi tutti, ovunque siamo chiamati
ad operare, un lavoro professionale, civile, politico capace di coniugare il
necessario realismo con ‘attenzione e il rispetto alla persona.”
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